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Educare nel futuro: esperienza digitale e metaverso

Webinar dedicato a: Docenti e dirigenti scolastici di ogni ordine e grado, assistenti sociali, pediatri, psicologi, educatori, genitori.

Argomenti: La prossima generazione di internet, ormai si sa, è rappresentata dal Metaverso, un nuovo spazio virtuale dove le persone potranno incontrarsi digitalmente per socializzare, lavorare, fare acquisti, giocare,
apprendere. Il Metaverso ha il potenziale di trasformare radicalmente le nostre interazioni digitali. Non si sa ancora come questo spazio evolverà e come sarà tra diversi anni, ma si sa che il suo impatto sulla nostra vita personale e professionale non sarà marginale. Questo regno immersivo, multidimensionale, senza confini, persistente, interoperabile e condiviso aggiunge un tassello in più alla riflessione pedagogica e didattica sul ruolo fondamentale che i media (e soprattutto la loro molteplicità e diversità) hanno nel processo formativo, dall’infanzia e per l’intero corso della vita.
Cosa porterà il Metaverso alla scuola? Quali i riflessi potenziali sui metodi di insegnamento e sull’apprendimento da parte degli e delle studenti?
Percezione, sensibilità, pensiero cambiano a seconda che noi si viva l’esperienza di media come il libro a stampa o come la televisione e il cinema o come la rete. Cosa cambia, e drasticamente, con il digitale e la
rete è che il controllo e quindi l’operazione di filtraggio non è più demandata ad un agente esterno ma allo stesso utente, che quindi deve essere messo nelle condizioni di usare consapevolmente e intelligentemente dei meccanismi di filtraggio, sia personali sia condivisi con la rete delle sue relazioni. Inoltre, le interazioni, le espressioni emotive, il contatto fisico, il tatto, l’olfatto e il linguaggio del corpo sono tutte forme di comunicazione assenti nel mondo virtuale: è l’elemento umano rappresentato dalla figura del docente ad avere un ruolo cardine nell’accompagnare gli/le studenti all’interno degli spazi virtuali e nel supportarli a correlare alla vita reale le esperienze educative vissute in quegli spazi. Lì sta il compito già attuale di chi svolge funzioni di educazione, compito che non può essere svolto positivamente se egli stesso, l’educatore, non si auto-educa a questa pluralità e differenziazione mediale.

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